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Stasera a cena racconto di quanto io invidi profondamente i musicisti veri, quelli che leggono la musica; quelli che dicono: la facciamo due toni sotto questa, ché in re viene col groooove che spacca.
L’antefatto era che ieri sera ero a tirarmela in una sala prove; a fare il direttore artistico di un “evento” che sto organizzando. E questa la facciamo e questa no. E quest’altra è troppo alta per le tue corde e non mi tieni la nota. Però loro erano lì aggrappati ai loro strumenti e mi ascoltavano, perché io davo magicamente direttive giuste, perché è innegabile che io la musica ce l’ho dentro, ma loro erano musicisti e io un cazzaro che andava a sentimento, a orecchio. Ecco, io vivo a orecchio. Io vivo improvvisando. E improvvisando, organizzo.
Comunque, stasera decido che riprendo a studiare musica, perché altrimenti mi rimarrà il rimpianto. E io odio il rimpianto, ben più del rimorso.
Ma tu sei avvantaggiato con l’orecchio che hai, mi dice my sweet half. E sì ma se non so neanche in che tonalità strimpello, farfuglio io.
Allora Papà, si guarda il penultimo bemolle. Se c’è un solo bemolle è fa maggiore. Oppure se ci sono i diesis devi guardare l’ultimo diesis e aumentare di mezzo tono. Così la trovi la tonalità.
Ecco. Secondo me è l’acido folico che fanno prendere in gravidanza. Mica è normale tutta ‘sta intelligenza a 11 anni.