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Accumulare denaro è insano. Determina feroci scompensi umorali quando le azioni della tua banca, in pratici rotoloni, assolvono ormai a funzioni igieniche, provoca frequenti disturbi del sonno mentre valuti rumori notturni provenienti dalla cassaforte al pian terreno. Per non parlare dei preparativi per la prossima partenza: l’allocazione segreta di gioielli, pellicce e argenteria sarà motivo di ansia incontrollabile. Ah, poi c’è tutto un mondo di sospetti fondatissimi di amicizie o amori leggermente interessati. Insomma, siamo sicuri che il denaro porti la felicità? Mah, dipende.
Forse il segreto sta nell’avere denaro sufficiente per non pensare al denaro. E spendere il surplus, iniettando nuova linfa al commercio asfittico. Comprare libri, andare al cinema, visitare luoghi, farsi massaggiare, testare ristoranti stellati o fare beneficienza. Solo così il denaro rende realmente felici. Accumularne con contegno disneyano porterà solo alle nevrosi tipiche del più ricco di Paperopoli.
Non è un caso, del resto, che le famiglie molto abbienti siano spesso le più divise e infelici e che i figli viziati assumano sembianze di fallocefali. Infatti, posto che procurarsi il cibo conferisce un senso concreto alla vita, la pappa pronta rammollisce e annoia, inducendo i fortunati ad atteggiamenti deviati e insani. La colonna destra del Corriere ci propone con fierezza le effigi dei rampolli super ricchi, cagionando un acre rimpianto delle miniere del Sulcis, ma così, come palestra vitae.
L’accumulo della Roba è destinato ai tuoi amati eredi? Beh non sforzarti tanto, perché quando – sorseggiando un caffè – ti gusterai la scena dai candidi cirri siderali, i tuoi figli li scorgerai intenti a contendersi i tuoi centesimi, la magione di famiglia e – credimi – li sentirai avere l’ardore e l’ardire di ricordarti ingiusto, per aver privilegiato sempre e solo gli immeritevoli.