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Certo, c’è chi si lancia impavido con la corda elastica da un ponte, chi lo fa col paracadute ma senza istruttore e chi, invece, rischia la pelle immortalando squali e mostri orrendi nell’oceano profondo, anche senza gabbia d’acciaio. Beh, sono quisquilie miei cari. Io sono andato a New York con quattro donne.

Il capoverso si impone affinché esauriate gli “ohhh” di stupore per cotanto ardore. Quando i peli ritti si saranno riadagiati sui vostri avambracci abbronzati ci tengo che sappiate che è un’impresa possibile e financo spassosa, se giuocate bene le vostre carte e osservate poche fondamentali regole.

In primo luogo scegliete fanciulle che abbiano stima di voi, come uomo, come padre, come professionista, come blogger, come scrittore e soprattutto che apprezzino la vostra oceanica modestia.

All’interno della rosa delle prescelte, sceglietene una che dorma con voi. Avrei potuto adottare vari metodi di selezione, ma ho optato per mia moglie, sottraendomi così a una fastidiosa evirazione con la schiumarola per frittura.

Fate in modo che ognuna si assuma un compito confacente alla propria indole, senza forzature. L’armonia tra donne esiste: basta che ognuna faccia ciò che vuole. Conservate per voi l’attività che tutte loro hanno in odio: guidare per le strade di New York.

Avrete quindi chi cucina, chi vi prepara i cocktail, chi vi indica la strada, chi si esprime in idioma locale e chi si occupa della contabilità del gruppo. Voi dovrete solo condurre l’auto e non criticarle mai, esibendo compiaciuti sorrisi anche in caso di lievissimi errori nella mansione espletata.

Ma si badi, uno scotto immenso andrà sopportato per riequilibrare il sinallagma di tale idillio: la virile e fiera attesa agli store dei musei. Le ancille predette sono reduci dai maggiori capolavori di tutti i tempi e per ovviare alla sindrome di Stendhal si dedicano a un magnete, una matitina, l’agendina per i ragazzi, una borsa per la spesa guarda che simpatica questa e una cartolina per mia mamma no? E più è grande il museo (che ne so: MoMa, Met, Guggenheim?), più opere d’arte vi troverete attaccate al frigo quest’inverno.

Sono una di voi, ragazze.