Ci son persone che vivono in punta di piedi.
Non sbattono le porte; le sbaciano dolcemente curando che i suoni prodotti non offendano.
Non alzano la voce, perché han concetti con la forma dei sussurri e il peso delle pietre.
Affidano allo sguardo lo scontro dialettico da cui spesso escono vincitori, infliggendo pugnali di vergogna agli interlocutori urlanti.
Più che sentire, ascoltano.
Più che amare, venerano.
Bon: io lo chiamo farfallismo questo modo di esistere, per via della leggerezza dei modi e della fragilità dell’essere, e c’è chi lo pratica da anni.
Da diversi anni.
Tipo trent’anni.
Tanti auguri, Laura.