Mica ce l’aveva la disco, l’Albergo Italia. Ci si arrangiava con la taverna di montagna, dotata di stereo accettabile e bar professionale. Ci pensavo io, quale ripetente dal ciuffo maledetto, a somministrare musica e cocktail ai compagni di scuola in settimana bianca. E poteva capitare che t’arrivasse l’insegnante d’inglese dell’altra sezione a guardarti fisso negli occhi. E una prof trentaduenne che ti guarda così – eh diciamocelo chiaramente – vuole una cosa sola: martini dry liscio.
Una sera, però, decidemmo di scendere tutti al Compet: l’hotel più cool, quello con la discoteca vera, le luci strobo, il Grand Marnier con ghiaccio, e poi Shout dritto dritto nella pancia. Tutti giù a piedi, camminando cauti nella ripida discesa di ghiaccio, nella gelida notte di marzo proprio in mezzo agli anni ottanta.
I tornanti ghiacciati riservano sempre sorprese che ti possono cambiare la vita: te la possono tragicamente modificare o fatalmente interrompere. Nel secondo tornante ghiacciato, quella notte, io scivolai inavvertitamente sulla lingua di una ragazza.
Si narra che ne nacque un bacio. Chi lo promosse e chi lo subì ancora non è dato sapere.
Certo è che se baci qualcuno che dopo venticinque anni sta ancora con te, vuol dire che baci da Dio.