E’ un buon segno che questo anniversario mi stesse sfuggendo.
L’oblio sfiorato significa che l’ossessione per il vizio sta lentamente scemando, che aspirare carta non mi appare più un gesto imprescindibile, che nemmeno il momento onirico mi ricorda il desiderio frustrato.
Rifuggo le case o gli studi dove si fuma, non tollero che mi si affumichi a distanza ravvicinata, anche se all’aperto, non collego più il deposito della tazzina del caffè sul piattino al memento della perigliosa necessità.
Nel triennio trascorso si sono alternate vicissitudini stressanti, lutti, contrizioni dei sentimenti, eventi ludici notturni e obnubilati, insomma decine di momenti in cui la sigaretta ci sarebbe stata eccome.
E invece non c’ è stata più.
Nessuna privazione, in realtà, ma costanti arricchimenti. Al posto dell’istanza forte di portare la cicca alle labbra un’evidente, nitida, nauseante e bellissima repulsione per il tabacco fumante.
Quando la necessità si trasforma in fastidio, quello tangibile, che ti parte dallo stomaco, che ti allontana persino dall’odore del tuo passato, allora hai vinto.
E puoi smettere di celebrare gli anniversari.